Negli anni ‘80 dello scorso secolo poteva capitare che chi sfoggiasse tatuaggi, piercing o altre forme di body modification venisse guardato con divertita curiosità, o anche con sospetto. Oggi, anche grazie all’operato dei media, siamo talmente abituati a vedere forme di decorazione e modificazione corporea talmente variegate, che un piercing passi per lo più inosservato. E tra i vari body piercing ormai entrati nei classici, presso il pubblico femminile ma non solo, è il classico piercing all’ombelico, detto anche navel.
Partiamo dal presupposto che la soglia del dolore è molto soggettiva, quindi non tutti potrebbero reagire alla stessa maniera all’applicazione di un piercing. In generale, la sensazione che si prova nel caso del piercing all’ombelico è assimilabile a un forte pizzicotto: sicuramente non piacevole, ma comunque sopportabile e, soprattutto, molto rapido. Questo ovviamente è valido nel caso in cui vi affidiate a un professionista, con mano ferma e decisa, e che sappia operare nella maniera più corretta.
L’operazione di piercing è molto rapida, e apparentemente semplice. Ma richiede comunque strumenti ben precisi e esperienza, quindi non è assolutamente un’operazione da fare al di fuori di uno studio specializzato.
Il piercer provvede, parlando anche col cliente, ad identificare il punto in cui opererà la perforazione. Generalmente è il lembo di pelle sul bordo inferiore dell’ombelico, ma, se la pelle è molto tesa e quindi non fornisce un buon appiglio al piercing, si può optare per il bordo inferiore, o più raramente per una applicazione laterale.
Si procede a disinfettare con cura la parte di pelle da perforare.
Con una pinza a doppio anello viene bloccato saldamente il lembo di pelle da perforare.
Si procede a perforare il lembo di pelle con un ago a cannula di circa 1,4 mm di spessore, sulla cui estremità è infilato l’anellino o la barretta che riempirà la perforazione.
Si sfila rapidamente la cannula, e il piercing rimane nella perforazione creata.
Queste 5 fasi si svolgono in pochi secondi, rendendo così facilmente superabile il fastidio dell’operazione.
Di fatto, parliamo di una operazione di perforazione di tessuti, per quanto semplice e comune, quindi è necessario che sia l’ambiente che gli strumenti usati per l’operazione siano assolutamente sterili e, se possibile, monouso. Il rischio di infezioni è ovvio, se non vengono rispettate le misure igieniche basilari fino alla completa cicatrizzazione della pelle forata. Per un paio di settimane è bene pulire la zona del piercing con soluzione salina almeno due volte al giorno. Per un mese evitare piscine, bagni in mare, idromassaggi, e anche il lavaggio con detergenti aggressivi sulla pelle. Il piercing applicato al momento della perforazione è generalmente di acciaio chirurgico o altro materiale anallergico, e non va sostituito con altri prima di 3 mesi. In caso di infiammazioni e arrossamenti persistenti è bene comunque sentire un medico.
In uno studio specializzato i costi di questa operazione possono oscillare tra i 50 e i 100 euro, e comprendono l’oggetto in materiale anallergico che viene utilizzato per il piercing, i costi dei materiali monouso e della sterilizzazione, oltre ovviamente all’operato del piercer. Anche se l’operazione dura pochi secondi, visti i costi dei materiali sopra detti, la cifra è ampiamente giustificata, e sarebbe bene non fidarsi troppo di prezzi molto bassi, affidandosi sempre a dei professionisti autorizzati.