Chi vive in una grande città e si trovi a non poter usare i mezzi pubblici (a volte per problemi di percorso, a volte per inefficienza dei collegamenti, o più recentemente per paura da sovraffollamento acuita dalla pandemia in corso) sa quanto facilmente il traffico possa creare ingorghi in cui si perdono inutilmente ore e ore. Secondo uno studio recente, in Italia, in media si arriva a perdere circa 37 ore all’anno bloccati nell’abitacolo della propria auto su strade congestionate.
Lo scooter è probabilmente il mezzo più comodo e rapido per sfuggire alle grinfie dei serpentoni di auto (con le dovute prudenze, ovviamente), e per la sua economia di acquisto e manutenzione può essere anche una scelta alternativa all’auto. In particolare, gli scooter con cilindrata da 50cc (anche quelli elettrici disponibili in sharing in molte città) sono una delle soluzioni più indicate per spostarsi rapidamente nei centri urbani.
Per poter condurre uno scooter o un altro ciclomotore, però, è necessario, a meno di non avere già altre patenti, una Patente AM, ovvero una categoria di patente che dal 2013 ha sostituito il vecchio certificato di idoneità alla guida dei ciclomotori (CIGC) del 2004, e che è comunemente nota come “patentino”.
Per prendere il patentino è necessario aver compiuto almeno 14 anni di età, non essere in possesso di altre patenti (né per ciclomotori di cilindrata superiore ai 50cc né per autovetture), non essere incorso in revoca della patente per motivi quali ubriachezza o utilizzo di stupefacenti, avere i requisiti psichici e fisici previsti dalla legge per le patenti di categoria A e presentarne quindi certificazione medica.
Il patentino abilita alla guida di ciclomotori a 2 o 3 ruote e dei quadricicli leggeri (le cosiddette minicar) con cilindrata non superiore a 50cc (o comunque potenza massima di 4kW) e velocità non superiore a 45 kmh.
Se ai tempi del CIGC era obbligatorio seguire presso una scuola guida autorizzata lezioni di teoria e di guida pratica, la riforma del 2013, uniformando il patentino alle patenti di guida, ha reso possibile l’accesso agli esami di teoria e di guida pratica presso la Motorizzazione anche da “privatisti”.
Per presentare la domanda di accesso agli esami sono necessari un certificato medico che attesti i requisiti psicofisici, autenticato da un ufficiale medico sanitario, accompagnato da una marca da bollo da 16 euro e da una fotografia, oltre a copia di documento di identità e codice fiscale. Viene quindi consegnata al richiedente una marca operativa che permette di sostenere entro 6 mesi l’esame di teoria, su argomenti similari a quelli previsti per le patenti ordinarie e sempre sulla base di quiz a risposta multipla. Nei sei mesi, l’esame potrà essere sostenuto un massimo di 2 volte, con almeno un mese di tempo tra un tentativo e l’altro. Se superato, verrà fornito il foglio rosa, che ugualmente consente di provare, entro 6 mesi, per un massimo di 2 volte, l’esame di guida pratica (con test in area attrezzata e nel traffico).
Se si sceglie di affidarsi ad una scuola guida che curi anche le beghe burocratiche, il ciclo di lezioni teoriche e pratiche per la Patente AM ha dei costi che possono variare dai 200 ai 300 euro, in base anche al numero di lezioni di guida da sostenere.
Se invece si sceglie di presentarsi da privatista in Motorizzazione, oltre ai costi di marca da bollo e certificato medico sopra indicati, saranno necessari:
Sommati ai costi già detti, siamo a una cifra che non raggiunge i 150 euro, quindi notevolmente inferiore ai costi della scuola guida.
Per ulteriori dettagli si consiglia di consultare la pagina web istituzionale del MIT.
La patente AM segue i tempi di validità della patente ordinaria, quindi 10 anni fino ai 50 anni, 5 anni dopo. Per il rinnovo, oltre a un nuovo certificato medico accompagnato da marca da bollo, si dovrà fare un versamento da €16,00 su c/c 4028 e un versamento da €10,20 su c/c 9001, e munirsi di una nuova fototessera.
