Quando si parla della moneta nota come sterlina d’oro, nota anche come sovrana, si fa riferimento a uno dei pezzi più apprezzati nell’ambito della numismatica, ma anche un oggetto considerato utile a livello di investimento visto il valore del metallo in questione.
Questa sua seconda denominazione deriva dal ritratto del re presente in una delle due facce della moneta.
Il termine “sterlina” invece, non è stata appurata con esattezza la sua derivazione. Pare possa essere una parola normanna, Esterline (piccola stella), o ancora esterling che in arabo significa “soldi”. La stessa è stata emessa per la prima volta da Enrico VII nell’ormai remoto 1489 e, a dispetto del passare dei secoli, questa è ancora in produzione.
Per correttezza della sua storia però, va puntualizzato come l’emissione sia stata interrotta dal 1604 al 1817 per essere sostituita da tre diverse divise, in ordine: la Unite, poi il Laurel infine la Ghinea e dal 1932 e il 1957. Il conio che si occupa di queste monete è attualmente situato in Galles, presso Mid-Glamorgan.
In questo articolo andremo ad approfondire tematiche come le origini, curiosità e il valore di una sterlina d’oro.
Le prime sterline emesse erano qualcosa di molto più simile a un pezzo d’oro, con un valore nominale di una sterlina. Queste pesavano circa 15,6 grammi ed erano costituite, per la quasi totalità, da oro a 23 carati.
La presenza di oro nella moneta però, con il passare degli anni venne gradualmente ridotta. Ad oggi infatti, una sovrana ha una quantità d’oro pari a 7,3224 grammi, come sancito da una legge nel 1816.
Rispetto alla sterlina d’oro originale, quella emessa nel 1817 non aveva come differenza una minor quantità del prezioso materiale. L’immagine raffigurata del regnante infatti, venne sostituita da quella di San Giorgio in procinto di uccidere il drago.
La sovrana ebbe un grande successo tra i collezionisti e non a cavallo tra l’epoca vittoriana e la prima guerra mondiale. In questo senso, tali monete d’oro avevano un valore considerevole nell’ambito dell’Impero coloniale britannico e nella gestione economica dello stesso.
Dopo una pausa di emissione (come già accennato, tra il 1932 e il 1957), la sterlina d’oro venne nuovamente coniata, anche per arginare il crescente mercato di monete contraffatte.
Visto il valore della sovrana, questa è stata prodotta come moneta-lingotto fino al 1982, spesso conservata nei caveau delle banche o nelle casseforti private, essendo considerata come un ottimo investimento. In questo senso, come appare logico, le quotazioni della sterlina d'oro dipendono fortemente dalle fluttuazioni sul mercato del materiale con cui la stessa è realizzata.
Determinare il costo di un sterlina d'oro non è semplice. Ad influire sullo stesso vi è l’anno di emissione, il relativo stato di conservazione e il valore del metallo con cui sono realizzate.
Sotto il punto di vista dell’emissione, i collezionisti suddividono le sovrane principalmente in due categorie: quelle del vecchio conio (emesse prima del 1957) e quelle del nuovo conio. Ciò però ha un impatto lieve sul costo della moneta.
Un altro fattore citato, come lo stato di conservazione, influisce di certo maggiormente sul prezzo della sterlina d'oro. In questo senso però, è necessario essere esperti di numismatica per valutare il costo della moneta.
A grandi linee, si può considerare che una sterlina d'oro ha un valore che si aggira tra i 270 e i 450 euro.
In questo senso, è piuttosto comune la sterlina come regalo di battesimo come alternativa al più classico bracciale d’oro. Il costo, in questo senso, si aggira intorno ai 400 euro.
Per comprendere quali sono le sterline d’oro che valgono di più sul mercato, va fatta una distinzione. Questo tipo di moneta preziosa può essere considerata sotto due punti di vista: come collezionista o come investitore.
Nel primo caso, il valore è dato dalla ricercatezza e dalla rarità del singolo pezzo. Esempio eclatante in tal senso è quella del 1953, coniata in appena 3 esemplari. Due di queste sono conservate presso il museo della Zecca Reale, mentre la terza è stata battuta all’asta nel 2016 per un valore di 385.000 euro.
Se si considera la sovrana come un investimento in ottica materiale, al pari dei lingotti d’oro, è bene considerare altri fattori. Per ottenere il massimo dall’acquisto di tale moneta infatti, è importante che la stessa non sia usurata e che presenti la massima quantità d’oro possibile.
L’oro, come è noto, non è soggetto ad ossidazione, ma l’attrito con altri materiali può raschiare via piccolissime porzioni di polvere e questo determina la sua minusvalenza. Nei tempi antichi era abbastanza usuale che gente disonesta usasse limare leggermente i bordi per ricavare oro senza intaccare l’effige sulle due facce, ma i mercanti, sapientemente, avevano sempre appresso un bilancino per verificare l’integrità delle monete.