Negli anni più recenti vi è stato, come risposta alla crisi che ha colpito alcuni settori economici, un forte ritorno all’incentivazione delle aziende agricole e agrituristiche.
Non sono pochi i giovani imprenditori che hanno scelto di rilevare o prendere in gestione terreni su cui far sorgere aziende agricole che uniscono alla tradizione anche le più avanzate tecnologie e strategie di marketing.
Ma la modernità non permette di prescindere da alcuni elementi base, in particolare dalla pratica di agricoltura e orticultura e da alcune forme basilari di allevamento. Abbiamo già trattato di quanto sia semplice e conveniente dedicarsi all’allevamento delle galline, ma se nella vostra azienda agricola volete integrare anche una piccola attività di ristorazione, o magari un caseificio artigianale, sarà sicuramente interessante valutare l’acquisto e l’allevamento di una mucca da latte.
Parlando di mucche da latte, appare evidente il principale vantaggio: avere a disposizione giornalmente latte fresco per la prossima attività di ristorazione, o anche solo per i piccoli consumi personali. Il latte appena munto è ricco di principi nutritivi, calcio e proteine. Ma è bene verificare sempre lo stato di salute della mucca che lo ha prodotto e ricordarsi che il rischio di contaminazioni batteriologiche del latte crudo non pastorizzato è abbastanza alto da indurre alla prudenza.
Naturalmente, la produzione di latte di una mucca ha dei limiti (per quanto alcune pratiche di allevamento intensivo spingono le vacche a una sovrapproduzione, che però rischia di arrecare un serio danno all’animale), quindi è bene considerare quale può essere il reale fabbisogno della propria attività, così da capire se un solo bovino sarà sufficiente a coprire le quantità necessarie.
Per chi invece volesse avere una mucca da carne, è bene considerare che saranno necessari più capi per garantire una produzione sufficiente ad ammortizzare i costi di allevamento, vista la necessità di avere un animale che sarà destinato alla macellazione in età adulta, e con un valore pari a circa 1 euro al kg (parlando di animale vivo per cui vi saranno quindi costi di macellazione e scarto di parti non commestibili).
Ovviamente, avere una mucca richiede accortezze e strutture non indifferenti, e il costo di questi è rilevante.
Intanto, è bene avere una stalla o quantomeno un ricovero coperto dove l’animale possa passare la notte. Le temperature invernali non sono l’ideale per questi animali, che possono patire il freddo come qualunque altra bestia. Poi, vi sono gli ovvi controlli veterinari e le vaccinazioni necessarie e periodiche.
L’alimentazione delle mucche le porta a consumare circa 30 kg di fieno al giorno, ai quali è bene aggiungere erba di pascolo (servirà quindi un terreno idoneo) e mangimi composti per lo più dalla lavorazione di prodotti agricoli (ci sono anche mangimi proteici elaborati in maniera tale da accrescere la produzione di latte, ma hanno un costo notevole e vengono usati soprattutto negli allevamenti intensivi, oltre a esporre la mucca a possibili problemi di salute dovuti alla superproduzione di latte). Per produrre latte la mucca dovrà essere sottoposta periodicamente a inseminazione (artificiale attraverso intervento veterinario, o con metodo naturale se si ha la possibilità di usufruire di un toro da monta) e partorire. Il vitello consumerà, in condizioni di produzione normale circa un quarto o poco più del latte che una mucca può produrre giornalmente (40 litri circa, alcune razze da latte particolarmente pregiate raggiungono anche i 70 litri), quindi, eticamente, si potrà scegliere di non separarlo dalla madre fino allo svezzamento, procedendo alla mungitura delle quantità restanti 2 volte al giorno (è importante non saltare le mungiture, o si rischiano malattie anche gravi).
Il prezzo di una mucca varia in base alla stazza dell’animale, alla sua età (più anziane sono, meno vengono valutate), alla modalità di allevamento, al suo “pedigree”. I prezzi vanno dai 500 euro di una vacca adulta da latte non ingravidata e di razza non pregiata, ai 5000 euro di una vacca selezionata e di razza pura (ad esempio, la Frisona è una delle razze più richieste). Il prezzo del bestiame bovino risente ovviamente del mercato, ma a tutela del consumatore la maggior parte delle Camere di Commercio italiane pubblica i listini ufficiali periodici sulle loro borse merci.