In natura il colore rosso, nell’arco dei secoli, è stato spesso associato al potere, al sangue, alla passione e alla vita, e gemme come il rubino, grazie alle sue sfumature cremisi, erano ambite come ornamento da sacerdoti e sovrani.
Peraltro, nel medioevo, il rubino, raro e proveniente da terre lontane, era considerato come catalizzatore dei poteri divinatori di indovini e stregoni che vivevano presso le corti nobiliari (generalmente con disappunto degli ecclesiastici).
Cerchiamo però di scoprire qualcosa in più su questa pietra, per capire meglio il perché del valore del rubino.
Prima di concentrarci su quanto costa un rubino, ne analizzeremo alcune caratteristiche che ne definiscono la qualità. Il rubino è una varietà del minerale corindone, una tipologia di ossido di alluminio. Quando il corindone presenta tracce di cromo prende un colore rosso che può essere più o meno intenso, e in quel caso ci troviamo di fronte a un rubino (il cui nome viene dal latino ruber ovvero rosso).
I corindoni possono, in base alle impurità interne, prendere anche altri colori, ad esempio possono essere blu, e in tal caso abbiamo un’altra pietra preziosa, ossia lo zaffiro.
Come formazione naturale, i rubini sono presenti in giacimenti che storicamente sono particolarmente concentrati in Asia e in Africa Orientale. Particolarmente famosi (anche se non sempre rinomati come si crede) sono quelli provenienti dal Myanmar, il famoso rubino birmano.
In realtà molti di quelli immessi sul mercato, generalmente passando dai grandi commercianti di pietre preziose della Thailandia, sono rubini provenienti dal Vietnam acquistati e rivenduti da compagnie minerarie del Myanmar e rivenduti al prezzo del rubino birmano, per cui vengono spacciati.
Dalla metà circa del 1800 esiste inoltre un procedimento per la sintesi in laboratorio dei rubini, perfezionato e brevettato nel 1902 dal francese Auguste Verneuil, che ha permesso, grazie anche alle varianti sviluppate negli anni, di soddisfare tutte le esigenze di mercato della gioielleria, con pietre sintetiche le cui caratteristiche estetiche sfiorano l’eccellenza.
Tali procedimenti hanno anche permesso di perfezionare i trattamenti di miglioramento dei rubini naturali, principalmente attraverso il riscaldamento della pietra, che consentono di migliorare il colore o di eliminare delle micro imperfezioni che la stessa può avere.
Per chi volesse approfondire la conoscenza di gemme come il rubino e dei trattamenti e utilizzi di esso, consigliamo la lettura della scheda redatta dal Centro Informazioni e Servizi Gemmologici.
Per un rubino il prezzo al carato può essere influenzato principalmente da due fattori:
Il taglio di un rubino, se effettuato sapientemente, aiuta a valorizzarne forma, riflessi, trasparenze, colore e anche alcune tipologie di imperfezioni, come ad esempio l’asterismo, ovvero la presenza di microfenditure nella struttura interna della gemma che creano dei riflessi a forma di asterisco a sei punte, creando il fenomeno del rubino stellato dal prezzo proporzionato alla visibilità dei riflessi a stella esaltati dalla sfaccettatura.
Il colore rosso può presentare nelle gemme sfumature o venature, a volte correggibili con trattamenti come il riscaldamento, usato anche per esaltare il colore rosso quando appaia meno acceso. Più il colore rosso è intenso e che vira al bordeaux (e possibilmente non frutto di trattamenti), più il rubino viene considerato prezioso.
Per il cosiddetto rubino sangue di piccione il prezzo è mediamente più elevato che per altri dai toni meno vistosi, e rivaleggia tranquillamente col prezzo dei diamanti. Vista anche la difficoltà di trovarne in natura puri e dal colore non sfumato, con un taglio adatto e magari di provenienza birmana, non è raro per queste pietre arrivare a prezzi da 100mila dollari al carato.
Un rubino birmano sangue di piccione è stato addirittura venduto, in un’asta riservata ai maestri orafi alcuni anni fa, alla cifra record di 30 milioni di dollari.
Le cifre che abbiamo riportato sopra ovviamente sono dei prezzi eccezionalmente alti, riferiti a pietre di difficile reperibilità, dimensioni notevoli e lavorazione allo stato dell’arte.
Per chi volesse invece regalare o regalarsi un anello con rubino il prezzo potrebbe partire da poco più di 30 euro, per un anello con struttura in argento e con una pietra sintetica di fattura abbastanza semplice. Ovviamente, facendo una ricerca su un sito specializzato da questo prezzo per oggetti più semplici si può facilmente finire a una spesa di circa 400 euro per anelli dalla fattura più elaborata. E parlando sempre di rubini sintetici.
Un rubino naturale invece ha prezzi che partono da 300 euro a carato, per quelli meno pregiati, sino a oltre 5000 euro al carato per rubini naturali certificati e classificati con una tripla AAA.
Attualmente, nel mercato delle gemme preziose, l’acquisto di un buon rubino naturale è considerato l’investimento più valido e sicuro sul lungo periodo, anche più dell’acquisto di pietre considerate più nobili come il diamante.