Troppo spesso, nel momento di acquistare un elettrodomestico, ci si sofferma esclusivamente sul prezzo di listino.
In realtà, trattandosi di beni che solitamente utilizziamo molto spesso nella quotidianità e fruibili per un lungo periodo, i consumi energetici possono avere un peso specifico ancora più notevole sulle nostre tasche. Le bollette infatti, sono ormai una voce piuttosto importante all’interno di un bilancio familiare e/o aziendale.
La scelta di un articolo più economico, a conti fatti dopo un paio di anni, può rivelarsi completamente sbagliata in quanto l’onere speso in energia potrebbe superare il prezzo dello stesso bene. Comparato con uno più caro al momento dell’acquisto, ma con risparmio energetico certificato.
Cercare di comprendere quali sono i consumi dei vari elettrodomestici infatti, può permetterci di fare alcuni ragionamenti, sostituendo alcuni dispositivi o comunque limitandone l’utilizzo.
In questo articolo andremo a comprendere cosa sono i kWh e quanto costano a livello di bolletta, per poi capire come sono distribuite le fasce orarie dei consumi e dunque come rendere meno pesanti le bollette.
Questo argomento è inoltre sempre più di attualità con l'avvento delle auto elettriche.
Il kilowattora è l'unità di misura dell'energia elettrica utilizzata per confrontare i consumi in rapporto al tempo. Per precisione sarebbero mille watt utilizzati in un ora. Di fatto, questa rappresenta la quantità di energia assorbita da un determinato elettrodomestico o dispositivo.
Per poter rendere più tangibile la definizione, è possibile affidarsi a un esempio. Un dispositivo domestico che consuma una media di 1,5 kW, ha la necessità di essere collegato a un sistema elettrico in grado di erogare tale potenza. L’ammontare di energia utilizzata, in questo caso è di 1,5 kWh. Se a questo primo elettrodomestico, se ne aggiunge un altro che consuma 1 Kw e si utilizza lo stesso in contemporanea per un’ora, il consumo complessivo è di 2,5 kWh.
Dunque, va considerato come i Kw misurino esclusivamente la potenza richiesta da un dispositivo, mentre il kWh rapporti tale consumo con il tempo per cui questa è erogata.
Determinare il costo di un kWh ora non è semplice, in quanto il mercato energetico risulta fluido e quindi può variare di anno in anno. Inoltre, in Italia la situazione appare piuttosto complessa. Molto dipende dal contratto di fornitura e dal fornitore specifico.
Nel mercato regolamentato, il kWh si presenta con un costo stabilito ogni tre mesi da un’autorità specifica, che controlla il prezzo per tutelare i consumatori. Nel mercato libero, i fornitori gestiscono il costo dei kWh in maniera autonoma rendendo i costi preda di sbalzi meno prevedibili.
Questo secondo mercato è entrato in gioco dalla metà degli anni 2000, liberalizzando il mercato dell’energia elettrica nel contesto italiano. La tendenza dunque, è quella di aprire al mercato libero, con una serie di competitor sempre più numerosi e agguerriti che si stanno affacciando sul mercato.
A rendere ancora più complessa una stima, vi è il fatto che il costo dell’energia elettrica varia a seconda della fascia oraria. Questa soluzione viene utilizzata dagli operatori per cercare di “spalmare” i consumi e di non sovraccaricare il sistema nelle ore di punta. Non solo, anche l’essere residenti o meno in una abitazione può avere ripercussioni sul costo dei kWh.
Il costo complessivo che vi verrà addebitato poi, varia a seconda del tipo di contratto stipulato in cui, solitamente, sono prefissate delle fasce che, se le avete superate, la tariffa a Kwh subirà un ritocco.. A tutto ciò, vanno poi aggiunte accise e IVA che, in Italia, costituiscono una zavorra sulle spalle dei consumatori.
A grandi linee, possiamo fare una stima sui consumi energetici del 2020, calcolando i costi in base a un utente che risiede nella stessa abitazione.
Con un consumo annuo di 1.000 kWh, i consumi partono da 0,24 euro per Kilowatt fino ad arrivare a 0,34 euro. Chi consuma 1.500 kWh invece, varia tra i 0,2 e i 0,27 euro per Kilowatt. Mano a mano che i consumi salgono, i costi sul singolo Kilowatt vanno poi a diminuire. Chi utilizza 4.500 kWh, per esempio può spendere dai 0,19 ai 0,21 euro per Kilowatt.
Ovviamente si tratta di valori indicativi, soggetti a continue variazioni.
Come accennato, le fasce orarie possono avere un peso notevole per quanto concerne il costo dell’energia. La suddivisione delle stesse viene effettuata in base ai seguenti criteri:
Ovviamente, utilizzare un elettrodomestico negli orari F1 risulta dunque più costoso rispetto alle fasce F2 e F3. Ammesso il fatto che, per esempio, non è consigliabile utilizzare una lavatrice o un aspirapolvere in piena notte (soprattutto se si vive in condominio), adattare le proprie abitudini secondo queste fasce può aiutare a ridurre notevolmente le bollette.
In conclusione, se nei tempi passati non si faceva molto caso alla bolletta, oggi è una componente cospicua del nostro bilancio famigliare. Pertanto, oltre a utilizzare con metodo e con intelligenza i nostri elettrodomestici, è consigliabile anche verificare la loro classe energetica e i consumi reali che hanno per il nostro personale utilizzo.