Sempre più persone scelgono il gatto come animale da compagnia. Si tratta di una preferenza particolare, in quanto è una scelta molto differente rispetto al cane.
Questo felino infatti, è stato addomesticato relativamente di recente e, in tal senso, i primi reperti che dimostrano la domesticazione sono, rispetto al cane, moderne. Questi risalgono all’antico egitto, quando il gatto africano è stato addomesticato (si parla di circa 10.000 anni fa).
Nonostante ciò è proprio l’indole di questo felino a renderlo particolare. Esso è indipendente, non vede una struttura gerarchica come nel caso dei cani e considera l’uomo quasi come un suo pari. Il risultato di questi comportamenti è un’indole affascinante, capace di catturare l’attenzione per la sua eleganza ma anche per i suoi momenti di sincero affetto e non di sudditanza da branco.
Quanto costa dunque acquistare un gatto e, soprattutto, quali sono gli oneri legati al suo mantenimento? In questo articolo cercheremo di fare chiarezza sotto qualunque aspetto di carattere economico che può coinvolgere chi sceglie questo particolare animale domestico.
Le vie percorribili per adottare un gatto sono principalmente due. Rivolgersi a una struttura dove è possibile individuare dei meticci che vi coinvolgano emotivamente e ne potrete trovare anche molti su siti web, di volontari che li trovano e cercano di sistemarli in famiglie. Oppure rivolgersi presso un negozio specializzato se optate per un gatto di razza.
Nel primo caso, i costi sono estremamente bassi, in quanto comprendono solitamente vaccinazioni e cure preventive per evitare parassiti. A ciò, va aggiunta un’eventuale donazione presso l’associazione di volontari. Il tutto, pur variando di caso in caso, dovrebbe aggirarsi intorno al centinaio di euro.
Per gli animali di razza, così come per quanto concerne il costo di un cane, il prezzo può salire in maniera anche considerevole. Il Savannah per esempio, è un particolare gatto che può arrivare ad essere lungo quasi un metro. Il suo costo, solitamente, si aggira intorno ai 20.000 euro. Ovviamente poi, esistono animali dal prezzo più contenuto.
Possiamo citare, per esempio, razze più comuni come il Persiano o il Blu di Russia, con un costo che, per entrambi, si parla di circa 1.000 euro. Altre razze alquanto pregiate sono il Maine Coon (di poco meno costoso dei precedenti) e il più comune siamese, acquistabile per una cifra che varia tra i 200 e i 700 euro.
Ovviamente questi prezzi oscillano a seconda della domanda del mercato e, per alcune razze particolarmente comuni, possono risultare davvero modeste.
Al di là dell’eventuale costo iniziale, è il mantenimento del micio sul lungo periodo che ha un impatto sul bilancio famigliare discretamente consistente. Durante i primi mesi di vita, per esempio, è necessario sterilizzare il gatto, un’operazione che tra intervento e visite di controllo può costare facilmente più di 150 euro.
Se l’associazione o il negozio di animali non ha ancora provveduto poi, vanno considerati anche i vaccini. Questi sono effettuati dopo un paio di mesi di vita del micio e, in seguito, ci saranno costanti richiami ogni 3 anni.
Le vaccinazioni sono obbligatori e hanno un prezzo che può variare tra i 30 e i 60 euro, a seconda di regione e del veterinario a cui ci si rivolge. Il trattamento sverminante poi, può essere effettuato anche in autonomia, tramite un prodotto acquistato in farmacia.
In tal senso il costo è di circa 10 euro ma, nel caso non si abbia particolare dimestichezza con i felini, è consigliabile rivolgersi al proprio veterinario di fiducia per avere istruzioni precise a riguardo. Questo tipo di trattamento, generalmente, deve essere effettuato annualmente.
Un costo da affrontare per tutto il corso della vita dell’animale è ovviamente l’alimentazione. Sotto questo punto di vista, esistono generalmente due correnti di pensiero: il cibo umido o le crocchette.
Stando al punto di vista prettamente economico, le crocchette sono la soluzione ideale. Non solo: queste possono conservarsi più a lungo e, oltretutto, permettono anche al micio di pulire i propri denti durante l’alimentazione.
Di contro, visto che l’insufficienza renale felina è un problema tutt’altro che raro, assumere cibo secco potrebbe incrementare i rischi. In natura infatti, questi animali tendono ad essere predatori e dunque ad assumere molti liquidi attraverso la carne. Di fatto, dunque, non hanno un istinto accentuato che li spinge ad abbeverarsi.
In tal senso, il cibo umido è più costoso ma è una soluzione che aumenta l’apporto di liquidi nella dieta del micio. Ovviamente poi, i gusti dell’animale possono avere un peso determinante in questa scelta così delicata.
Tornando al discorso economico, è possibile valutare un costo mensile per quanto concerne il cibo esclusivamente umido di circa 60 euro. L’esborso può scendere notevolmente se si utilizzano croccantini o se, gusti del gatto permettendo, si alternano le due varianti.
Ancora più importante della consistenza del cibo è però la qualità dello stesso. Cercare di risparmiare, acquistando sottoprodotti di dubbia provenienza, potrebbe causare sul lungo periodo problemi di salute.
La lettiera è un’altra spesa da affrontare quando si parla di gatti. Se si opta per un modello scoperto, è possibile cavarsela con appena una decina di euro, con quelle coperte che possono superare facilmente i 20 euro.
Una volta acquistata la struttura base poi, è necessario rifornire periodicamente la stessa di sabbietta. Questa, a grandi linee, ha un costo di un euro al chilo. La durata di una confezione (solitamente dal peso di 7-10 chili) dipende dal prodotto specifico e dalla capacità assorbente della stessa.
Una volta che il gatto è fornito di assistenza sanitaria, di un’alimentazione adeguata e di una lettiera degna di tale nome, esistono una serie di spese più o meno indispensabili. Restando in ottica alimentazione per esempio, va fatta attenzione alla ciotola, sia essa per il cibo che per l’acqua.
I mici sono animali particolarmente schizzinosi e, in molti casi, possono avere difficoltà ad alimentarsi se la ciotola non è di loro gradimento. Ceramica o acciaio sono preferibili alla classica plastica. I costi, in tal senso, vanno dai 3 euro di un modello base fino a 20 euro.
Sempre in questa ottica poi, si possono acquistare distributori automatici, capaci di gestire il cibo del gatto anche quando il padrone è distante da casa. In tal caso, il prezzo può facilmente superare i 100 euro.
Un altra spesa legata ai gatti è quella della cuccia. Anche se questi animali hanno spesso comportamenti bizzarri, che li portano a dormire in posti impensabili, è buona prassi offrire agli stessi un adeguato posto in cui riposarsi. Generalmente, si possono trovare soluzioni valide tra i 10 e i 30 euro.
Il trasportino poi, è pressoché indispensabile per portare l’animale dal veterinario. Generalmente, il prezzo può andare dai 20 ai 40 euro, con costi maggiori per modelli dal design particolare.
Un’altra tipologia di accessorio molto utile è il tiragraffi, che va ad esaudire la necessità dell’animale riguardo il farsi le unghie. Non adottare questo strumento, può portare a conseguenze disastrose per i mobili del proprietario. Il prezzo di questo articolo , va dai 15 euro in su.
Nonostante questi animali possano divertirsi anche senza particolari giocattoli, molti proprietari offrono agli stessi una vasta fornitura di tali oggetti.
In tal senso, non vi è che l’imbarazzo della scelta: si parla di palline o topi finti, dal prezzo di pochi euro, fino a tunnel e percorsi anche piuttosto complessi, che costano decine (se non centinaia di euro).
Ovviamente si tratta di extra superflui visto che, in ogni caso, è possibile con un po’ di fantasia realizzare dei giochi divertenti anche con materiali di riciclo. Molto spesso poi, vecchi giocattoli per bambini possono essere facilmente riciclati anche per un micio.