Esistono alcuni oggetti molto utili e alquanto comuni di cui però si conosce poco il reale funzionamento.
Gli estintori, per esempio, sono uno strumento indispensabile per domare le fiamme in caso d’incendio, è possibile trovarli in qualunque tipo di edificio pubblico, ma pochi sanno, nel momento del bisogno, come funzionano.
Un estintore è un dispositivo che, attraverso l’emissione autonoma di apposite sostanze, permette di estinguere il fuoco. I primi modelli di questo prodotto sono stati realizzati circa tre secoli fa.
Il primo brevetto riguardante un estintore portatile infatti, risale al lontano 1723 ed è attribuito a un chimico di nome Ambrose Godfrey. Ovviamente, questo dispositivo rudimentale aveva ben poco a che vedere con i moderni estintori: si parla di una bottiglia con un liquido estinguente e un sistema primitivo di espulsione dello stesso.
Il primo vero e proprio estintore, secondo la concezione moderna, è stato inventato nel 1818 dal capitano britannico George William Manby. In quel caso, il manufatto era costituito da un serbatoio riempito con una soluzione liquida di carbonato di potassio, espulso all’occorrenza tramite un sistema ad aria compressa.
Allo stato attuale, gli estintori sono applicati tanto negli edifici pubblici, quanto sulle imbarcazioni e in contesti come le gare motoristiche. Sebbene forme e funzioni possano variare, in generale la loro azione mantiene un sistema di base identico.
In questo articolo andremo ad analizzare come funziona un prodotto di questo tipo e qual è il costo di un estintore.
Gli estintori comunemente presenti negli edifici pubblici sono un ottimo modo per contrastare quello che viene definito come un principio di incendio. In caso di un rogo vero e proprio, va detto, questo strumento non può essere efficace.
In questi casi infatti, intervengono i vigili del fuoco utilizzando soluzioni con portata e sostanze apposite, scelte anche in base ai materiali che stanno bruciando.
L’utilizzo di un estintore è utile, ma va prima anticipato da alcune azioni. Il primo passo è far uscire le persone dalla struttura coinvolta nel principio d’incendio. Il secondo passo è quello di avvertire i vigili del fuoco di ciò che sta accadendo.
In aziende o simili, vi è di solito un addetto antincendio che ha seguito un percorso formativo proprio per gestire questo tipo di eventualità.
L’utilizzo di un estintore, a meno di strumenti particolari, prevede il sollevamento della leva di trasporto, per sbloccare lo stesso, e la separazione dalla spina di sicurezza. Il tutto, ovviamente, senza fare pressione sulla leva di erogazione.
Una volta che l’utilizzatore è posizionato di fronte alle fiamme, si può premere sulla leva appena citata, effettuando un movimento orizzontale a ventaglio per coprire un’area più vasta possibile, dirigendo il getto alla base della combustione.
Nota bene: per un utilizzo corretto, consigliamo di leggere le informazioni presenti su ogni dispositivo di questo tipo. Quanto appena affermato è da considerarsi solo a livello puramente indicativo.
Detto ciò, possiamo considerare il fatto che, nel mondo contemporaneo, esistono due tipologie di estintori.
Gli estintori a polvere sono caratterizzati dall’emissione di una densa nube di polvere durante l’utilizzo. Questo è il risultato dell’emissione del fosfato monoammonico che, a dispetto della sua efficacia per estinguere le fiamme, comporta anche delle controindicazioni.
Si tratta di una soluzione che risulta difficile da disperdere e che tende a danneggiare componenti elettroniche in maniera sostanziale. La stessa nube emessa dagli estintori di questo può causare problemi a livello di visibilità però, in caso di corto circuito e presenza di elettricità, è l’unica soluzione adottabile
L’estintore co2 funziona secondo un’altra logica. La sostanza emessa nell’aria è infatti anidride carbonica a bassa temperatura e ad altissima pressione.
Se è vero che questo strumento permette di evitare danni agli strumenti tecnologici, ha anche delle controindicazioni da non sottovalutare. L'immissione massiccia di anidride carbonica, infatti, può provocare problemi alla respirazione dell’operatore e di altre persone presenti nei paraggi.
Il prezzo di un estintore può variare a seconda di diversi parametri. Esistono infatti dispositivi industriali, di dimensioni considerevoli ed estintori compatti, facili da trasportare persino in macchina.
Un estintore per auto ha un prezzo che, per i modelli da 1 o 2 kg, può anche essere inferiore ai 30 euro. Andando intorno ai 4 kg, questo costo viene di solito raddoppiato.
Nel contesto abitativo o di strutture invece, un estintore a polvere ha un prezzo che può variare considerevolmente a seconda del peso. Un modello da 2 kg può costare intorno ai 35 euro.
Tali dimensioni però, limitano molto l’operatività in caso di principio d’incendio. Il prezzo di un estintore a polvere da 6 kg invece, si va intorno ai 50 euro di spesa.
Per quanto riguarda un estintore co2, il prezzo è destinato a salire. Questo a causa del sistema di funzionamento diverso e dei meccanismi che regolano il prodotto.
Un estintore co2 da 2 kg ha un prezzo che si aggira intorno ai 50-55 euro. Un modello simile, ma da 5kg può arrivare a sfiorare i 100 euro.
Come appare logico poi, una volta che lo strumento è stato utilizzato questo necessita di un ripristino.
Quanto costa ricaricare un estintore a polvere? Questo tipo di operazione, effettuata da un professionista del settore, può costare intorno ai 35-40 euro se ha portata da 2 kg, arrivando anche sopra i 60 euro per dispositivi da 5 kg.
Ad influire sul costo di ricarica di un estintore, oltre alla portata dello stesso, vi sono le tariffe dei singoli professionisti, la zona geografica degli stessi e tante altre variabili.
Al di là di quanto detto poi, va ricordato come anche la revisione di un estintore ha un costo di cui tenere conto.
Il controllo di un estintore è necessario, a prescindere dal tipo di strumento adottato. In questo senso, è necessario affidarsi a personale adeguatamente preparato che, con determinate tempistiche, verificherà l’integrità del dispositivo.
A grandi linee, i controlli vanno effettuati ogni 24 mesi per gli estintori co2 e ogni 36 mesi per quelli a polvere.
Quanto costa revisionare un estintore? Una revisione base parte da 10-20 euro, con prezzi che possono salire a seconda dell’azienda a cui ci si affida. A questi costi poi, vanno aggiunta l’eventuale sostituzione di componenti usurate.
Gli estintori hanno una data di scadenza: oltre a questa, i dispositivi non sono più ritenuti sicuri e diventano pericolosi per l’utente stesso. Vista la natura particolare di questi prodotti dunque, è necessario procedere allo smaltimento degli stessi.
In molti casi, chi si occupa di manutenzione e ricariche, svolge anche le operazioni di smaltimento. In questo contesto, di solito si parla di costi che si aggirano su una base di 10-15 euro (con prezzo variabile in base al peso) più l’eventuale trasporto dell’estintore dismesso.