Non è un mistero che in Italia vi sia un fenomeno incredibile di sovranormazione, specie nell’ambito burocratico e amministrativo, ma fortemente avvertito pure nel settore fiscale (grazie anche a provvedimenti spot fatti in periodo elettorale che hanno più finalità propagandistiche che di effettiva utilità sociale). Questa marea di complicanze introdotte nelle procedure mette spesso in difficoltà i cittadini che provano a curare autonomamente le loro contabilità.
Da una recente rilevazione dell’Agenzia delle Entrate, presentata al Festival dell’Economia di Torino, è stato calcolato che nel nostro Paese, tra privati cittadini, ditte individuali e società di vario tipo, vi siano ben 19 milioni di soggetti evasori.
Appare immediatamente evidente come si tratti di una cifra enorme, ma vanno fatte delle precisazioni. Al di là delle insolvenze dei privati cittadini a fronte di multe o cartelle esattoriali non pagate, le casistiche di evasione da parte di soggetti produttivi individuali e societari sono per circa un terzo dovute a errori o incongruenze nelle contabilità, che portano a sanzioni per ritardato o incompleto pagamento.
Il dato conferma sempre più il fatto che, al di là dell’onestà del singolo imprenditore, molta differenza farà rivolgersi a un commercialista professionale, preparato e aggiornato sulla normativa, capace di lavorare nel migliore dei modi per i suoi clienti.
Ma cerchiamo di capire quanto può costarci un commercialista nelle sue mansioni più diffuse.
Partiamo dal presupposto che gli onorari per le prestazioni dei professionisti sono assolutamente liberalizzati per legge, quindi potremmo trovare tariffe molto più basse o molto più alte di quelle che andremo a indicare.
Gli ordini professionali e le associazioni di categoria indicano comunque, a seguito di studi sulle varie attività, dei minimi e massimi tariffari consigliati per le varie mansioni richieste al commercialista.
Sulla base di queste indicazioni, cerchiamo di capire quali spese si possono affrontare.
Partiamo dal privato cittadino che deve presentare la sua dichiarazione dei redditi personale attraverso il modello 730. L’Agenzia delle Entrate, grazie alla acquisizione automatica di dati catastali e previdenziali e grazie alla presentazione delle CU da parte dei datori di lavoro, ha predisposto negli ultimi anni il cosiddetto 730 precompilato, che il privato cittadino può modificare e inviare anche personalmente accedendo ai sistemi con lo SPID.
Però, se i dati delle CU non sono esatti o sono presentati tardivamente (o addirittura non presentati, specie nei casi di lavoro autonomo occasionale), se vi sono agevolazioni che non sono riportate o se semplicemente non si comprendono bene le varie voci del modello, è meglio rivolgersi a chi si occupa di queste pratiche per mestiere.
Se non volete passare da un CAF (soluzione più economica sicuramente, ma spesso affollata e non sempre della massima competenza per le casistiche più complesse) ci si può rivolgere a un professionista, ma il costo per il 730 dal commercialista è decisamente più alto, per essere esatti può partire da 62 euro, se non vi sono situazioni anomale di cui tenere conto.
Vediamo invece per soggetti imprenditoriali quali sono i costi annui per la gestione ordinaria della contabilità. Il costo del commercialista per regime minimi, quindi per persone fisiche con partita iva per attività di lavoro autonomo sottoposti a fiscalità forfettaria, si muove tra i 400 e i 1100 euro come tariffe indicative comprensive anche della dichiarazione dei redditi.
Il costo del commercialista per contabilità semplificata invece si muove tra i 980 euro circa e i 2800 circa, in base alla quantità di fatture emesse e gestite nell’anno dall’impresa. Nel caso di contabilità ordinaria invece il costo può arrivare a 3300 euro annui, e aumenta nel caso la quantità di registrazioni in partita doppia sia particolarmente elevato (oltre 600 annue).
Quanto detto ha peraltro valore universale per la tenuta delle contabilità, quindi possiamo considerare uguali il costo del commercialista per ditta individuale (a parte regime dei minimi, come visto), il costo del commercialista per srl, il costo commercialista per snc, ma dobbiamo considerare che alla tenuta della contabilità si accompagnano anche adempimenti aggiuntivi, ordinari e straordinari, che prevedono una retribuzione a parte e sono variabili in base a grandezza e forma dell’impresa.
Proprio per la varietà di adempimenti, vediamo qui i principali, rimandando al link del tariffario sopra riportato per gli approfondimenti.
Questi sono sicuramente i casi più frequenti e basilari di prestazioni del commercialista.
Come detto (e come abbiamo già visto parlando degli avvocati) la liberalizzazione delle tariffe rende il panorama dei costi professionali molto vario e ampio, e un commercialista che curi molteplici adempimenti e pratiche per un soggetto societario può anche decidere di includere forfettariamente più spese in un compenso unico che non costringa a moltiplicare e variare costantemente le voci di parcella per un cliente fisso.