I bonsai sono alberi che vengono coltivati in un vaso e che, grazie ad alcune particolari tecniche, diventano delle vere e proprie piante “in miniatura”. Per ottenere questo risultato, è necessario svolgere attenti lavori di potatura, usare tutori (anche autocostruiti) per fargli assumere la sagoma voluta oltre a riduzione delle radici.
Tali interventi permettono, con il passare degli anni, di modificare la forma stessa dell’albero adattandolo a determinati canoni o, più semplicemente, ai gusti di chi lo gestisce. Questa vera e propria arte ha origini antiche (come vedremo in seguito) e comporta una serie di conoscenze approfondite soprattutto in campo botanico.
Andiamo dunque ad analizzare qual è la procedura per ottenere una pianta di questo tipo, quali sono le origini di questa pratica e quanto costa un bonsai.
Un bonsai nasce come un qualunque albero della sua specie. La sua coltivazione però viene seguita passo passo, per rendere possibile lo sviluppo del vegetale in uno spazio ristretto ma, allo stesso tempo, con una forma che ricordi un albero di dimensioni normali.
Tutto può partire attraverso un semplice seme oppure, a seconda del tipo di pianta su cui si intende intervenire, può essere coinvolta una talea, una margotta o una piantina (sia raccolta in natura che proveniente da un vivaio).
A seconda dell’origine del futuro bonsai, è necessario modificare alcuni particolari per ottenere la crescita più adatta allo scopo. In tal senso, la composizione della terra, la potatura, il vaso, che di solito ha una altezza di pochi centimetri e qualunque altro intervento cambiano a seconda del caso.
Proprio per adattare la pianta allo spazio ristretto del vaso, un intervento importante prevede la potatura delle radici fittonanti e periodici rinvasi. Ovviamente poi, non sono rare le potature dei rami o delle gemme, intervento importante per mantenere contenute le dimensioni dell’arbusto.
Tutte queste operazioni devono essere seguite secondo precisi canoni affinché il bonsai possa essere definito tale. Nello specifico, la pianta deve avere un aspetto naturale e sembrare in tutto e per tutto un albero normale, seppur in miniatura. Il tronco deve risultare conico e, anche le foglie devono apparire miniaturizzate, in scala con le dimensioni del vegetale.
Una caratteristica saliente dei bonsai è che, di fatto, questi non smettono mai di crescere. Non esiste dunque un lavoro “finito” e, la loro cura, è perenne. Va poi tenuto conto anche del fatto che, chi si prende cura della pianta, avrà anche talvolta a che fare con parassiti e malattie.
Se è vero che i bonsai sono strettamente collegati alla cultura giapponese, questa antica arte è in realtà nata in Cina. Solo nel corso del VI secolo, in virtù di alcuni scambi culturali tra i due paesi, sono giunti in terra nipponica i primi esemplari.
Da quel momento, i coltivatori giapponesi, hanno adattato le tecniche cinesi alle proprie esigenze sviluppando la filosofia Seishi, ovvero la coltivazione dei bonsai. Secondo questa, l’albero va trattato con rispetto e, lo stesso, deve instillare in chi lo osserva una sensazione di forza ma allo stesso tempo di serenità.
Come è più che ovvio, i bonsai rappresentano una parte importante della cultura giapponese. In tal senso, è bene considerare che esistono opere d’arte costituite da piante che hanno più secoli, tramandate nelle generazioni e che hanno un valore inestimabile. Su questi bonsai lavorano alcuni dei maestri Seishi tra i più affermati e rinomati, legando il loro nome alla pianta stessa.
Come è facile intuire rispetto a quanto detto sinora, il prezzo di un bonsai è spesso piuttosto elevato. Tralasciato le suddette opere d’arte dal valore inestimabile, esistono sul mercato piante che, a seconda di diversi fattori, hanno un costo più o meno ingente.
Un mini bonsai ha un prezzo di solito molto più contenuto rispetto a una pianta già sviluppata attraverso anni di attente cure. Ad influire su questo fattore vi è la tipologia di albero oltre all’età della stessa.
Il prezzo di un bonsai di ulivo, per esempio, può variare da poche decine di euro (se la pianta è molto giovane) fino a superare il migliaio di euro se è già ben sviluppata. Proprio l’ulivo è una pianta longeva che può vivere svariati secoli. Ancora più economici sono i bonsai di ficus ginseng. Il prezzo, così come riportato dal sito mondopiante.it, è di 8-20 euro.
I costi salgono quando si vira su arbusti meno comuni: per esempio, un bonsai di acero rosso ha un prezzo che parte dai 50 euro per poi salire. A prescindere dal tipo di albero, va considerato che un bonsai perfettamente formato e coltivato nel modo migliore possibile può superare anche i 4.000 euro. Prezzi dunque che risultano alti anche se rapportati con le più rare e costose piante grasse.
Al di là di quelli che sono i prezzi dei bonsai, va tenuto conto che mantenere una pianta di questo tipo non è semplice. Per rispetto della stessa e per non sperperare denaro dunque, è bene essere ben consci di tutto il lavoro che è dietro allo sviluppo di questi vegetali.
In conclusione, non occorrono strumenti costosi o particolari concimi, basta la costanza e la dedizione quasi quotidiana. I tutori si possono autocostruire con del comune filo da stendere (meglio se plastificato), una piccola pinzetta per tagliare le gemme e le radici, ma soprattutto è la giusta idratazione della terra a dover essere monitorata.